25/01/15

Da casa mia a casa mia - Parte I

Bene, dopo un viaggio di duemila e rotti chilometri e dopo tre mesi di permanenza con annessa ricerca di lavoro/lavoro/licenziamento/via daccapo, si rende opportuno aggiornare questo blog, assetato e prossimo alla morte (un po' come le carciofaie mediocampidanesi).



Userò alcune delle 37 cose che nessuno ti dice sull'emigrazione come spunto per incominciare, e ci aggiungerò qualche breve aneddoto di riferimento se possibile. Gli altri articoli arriveranno prossimamente. Si spera.


Per i nuovi amici sarai un mago della cucina solo perché sei italiano e anche se non hai mai cucinato in vita tua. Si mangia bene anche all’estero. 
Forse non sarò un mago della cucina, ma se sono riuscito a sopravvivere a due mesi d'inferno come chef in un locale della zona (e, dopo aver mollato, essere chiamato dal ristorante accanto) significa che qualcosa la sapevo fare. Per fortuna ho cucinato varie volte in vita mia. 
A dodici anni ho scolato la pasta troppo presto, offrendo una croccante alternativa alla mia famiglia. Non hanno apprezzato granché. Da allora sono nettamente migliorato.

I tuoi figli nati e cresciuti all’estero probabilmente non sapranno pronunciare il cognome italiano correttamente.
Non vedo il problema. Prima di tutto perché non ho figli, e poi nessuno pronuncia il mio cognome in maniera corretta. A dirla tutta, neanche il nome. Il dilemma che mi tormenta è: per far capire al volo nome e cognome sarebbe meglio pronunciarli in inglese snaturandoli del tutto, o restare ligio alla mia italianità e pronunciarli come li pronuncerei a casa?

In alcune nazioni inizierai a mangiare cena alle 6 di sera.
Come chef iniziavo a mangiucchiare pollo grigliato dalle nove. Dovrei quindi preoccuparmi di cenare alle sei? Posso farlo (e l'ho fatto) perché sono molto flessibile e adattabile. Il punto è che poi alle dieci di sera ho nuovamente fame, per cui è più pratico cenare intorno alle otto-nove quando è possibile. Va considerato che a fine mese il terzo pasto delle 22 incide sul bilancio, per cui è meglio regolarizzare ed equilibrare tutto. 
E soprattutto, usare cibi riempienti tipo quantità disumane di legumi. Con un dovuto occhio di riguardo alle turbo-flatulenze.

Conoscerai versioni ‘indigene’ di piatti italiani che ti lasceranno senza parole.
Assolutamente sì. Vedasi carbonara con parmigiano e/o panna e/o cipolla. O i più classici Heinz spaghetti hoops. O la pizza pollo pesto. Non vado oltre per ora: l'esperienza da chef mi ha rivelato che il fondo del barile non esiste, e che non c'è mai un limite alle sorprese. Buone o cattive che siano.
Ammetto però che la pizza pollo pesto ha un che di interessante.

Sopravviverai senza bidet.
Sì, è possibilissimo. Ma vuoi mettere la gioia di non doversi fare una doccia o sprecare chilometri di salviette ogni volta che hai fatto i bisogni? Il bidet non è indispensabile, ma è pratico ed evita gli sprechi, d'acqua e di tempo. D'altro canto va considerato che se anche entrasse nella tradizione inglese avrebbe comunque quello stupido, odiosissimo sistema a double tap senza miscelatore, che implica ustione di settimo grado e/o cancrena irreversibile da congelamento nella mucosa genitale interessata. A quel punto meglio doccia o salviette umidificate.

In alcune nazioni vieni osservato come un animale da circo.
In realtà accade in tutte le nazioni. Poi però la nostra mitica arte dell'arrangiarsi ha la meglio, e di solito riusciamo a farci valere ed apprezzare. Altrimenti torniamo a casa pieni di rimorsi per non aver concluso nulla e presto o tardi ci fondiamo alla massa dei lagnosi.

La disonestà esiste dappertutto.
Verissimo. Il mio ex capo era un pezzente di prim'ordine. Vi risparmierò i dettagli - per ora -, ma i miei primi due mesi da chef sono stati infernali: ero diventato così workaholic che quand'ero a casa e aprivo il frigo non vedevo cibo. Vedevo ingredienti non sanificati, e istintivamente volevo ammazzare di botte il pezzo di merda che, irrispettoso dell'Health and Safety, non li aveva involti nel cellofan a dovere. Poi un attimo prima di crollare a letto distrutto mi rendevo conto che il pezzo di merda ero probabilmente io.

Prima o poi tiferai per la nazionale della tua nuova Patria.
Col cazzo! Il calcio mi faceva pietà prima e mi fa tristezza anche ora. Solo che ora devo anche sorbirmi le battute di chi tifa Liverpool FC sull'inefficienza di Balotelli et similia.

Alcuni in Italia ti diranno “hai avuto fortuna” mentre tu pensi che invece ti sei fatto un mazzo così, altro che fortuna. Alcuni in Italia ti diranno “all’estero è più facile” mentre tu pensi che invece ti sei fatto un mazzo così, altro che più facile.
Può essere stata fortuna, o forse no. E può anche essere stato più facile, o forse no. Il punto è che te ne rendi conto solo se fai le valigie, prendi un volo e affronti gli ostacoli senza buttarti giù alla prima difficoltà perché ti mancano il sole, la mamma e gli spaghetti. Period.

Apprezzerai alcuni aspetti dell’Italia più di quanto facessi in Italia.
Più che dell'Italia, della Sardegna: qui i viaggi in bus sono noiosi perché il manto stradale è perfetto. Ovunque. Non una buca, non una parte di strada con asfalto consumato. Una noia mortale viaggiare senza balzi sul sedile. E trovandomi in zona relativamente pianeggiante, è psicologicamente devastante sapere che il viaggio non contempla grossi dislivelli. Qualcuno ha presente l'adrenalinica senzazione dell'8, a Cagliari, che si inerpica rantolando lungo Via Porcell, minacciando di spegnersi ad ogni metro, e poi ancora più su, verso Viale Buoncammino?
Ecco, scordatevela. E scordatevi anche i litigi tra la meglio gioventù nei bus.

Odierai alcuni aspetti dell’Italia più di quanto facessi in Italia.
La burocrazia e i servizi. La burocrazia italiana è strutturata per far sì che il cittadino non trovi risposta. Quella inglese è decisamente più chiara, scorrevole, accessibile e risolvibile.

Alcuni in Italia ti chiameranno “codardo” per essere emigrato mentre loro rimangono lì “a lottare”.
Plausibile. Ma di contro potrei anche sentirmi autorizzato ad essere io quello che lotta per mantenersi qui, e codardi quelli che invece rimangono a lamentarsi in Italia senza però alzare concretamente un dito per migliorare la situazione. In ogni caso la risposta è 42.

Ti passa la voglia di andare ad ogni occasione vacanziera in Italia ed inizierai ad esplorare i lidi preferiti dai tuoi nuovi amici.
Ne dubito visto che, qui 'lido' = al massimo una distesa di sabbia fangosa. Another place a Crosby ne è un buon esempio. Spettacolare da vedere una o due volte, al tramonto o all'alba. Ma vuoi mettere Porto Sa Ruxi e la sua abbagliante bellezza estiva? No, ai lidi sardi non rinuncerei neanche se vivessi alle Samoa, circondato da indigene infoiate.

Dopo alcuni anni agli stranieri che si lamentano della vostra patria adottiva ti viene voglia di dire “se non ti piace, puoi pure tornare a casa”.
No. Capisco benissimo che anche a distanza di anni adattarsi è difficile, e che hai una ferita nell'animo che è tosta da rimarginare. Emigrare non è per tutti, e ci sono un sacco di difficoltà da affrontare. E se è per quello, ci sono parecchi italiani che si lamentano della propria patria. Alcuni dopo un po' si seccano di lamentarsi e di solito partono. Altri... beh, sapete com'è la storia.

Dovrai spiegare per decenni il perché della politica italiana ai nuovi amici.
Impossibile, la politica italiana è un mistero anche per i cittadini italiani! Ma se anche non lo fosse, i nuovi amici non si interessano alla politica estera.

Scoprirai che non ti interessa più riempire la valigia di parmigiano e caffè.
Scoprirete che non ho messo né l'uno né l'altro in valigia. Anche perché si trovano entrambi a prezzo accessibile quassù. Ma trovare il panettone a sole tre sterline da Wilko, tra lampade a basso consumo energetico, rastrelli da giardino, diluenti e un vasto assortimento di maniglie e flessibili... quello sì che è stato grandioso!

Non sempre troverai la soluzione ai tuoi problemi trasferendoti all’estero, anzi.
Trasferirsi all'estero non sempre è la soluzione definitiva, sono d'accordo. Ma è un cambio d'aria che fa fare parecchia esperienza, facendo scoprire spesso dei lati di sè assolutamente sconosciuti. Se poi il trasferimento all'estero implica anche trovare lavoro, casa eccetera ben venga.

Parlerai sempre e comunque con un accento straniero.
Stronzate, dipende sempre da quanto uno ascolta, parla e vuole integrarsi. Sicuro, ogni tanto inciampo su alcune cose, e avere a che fare con gli scouser è peggio del supplizio di Prometeo. Mi fregano i connotati non esattamente ariani, ma di solito quando parlo mi scambiano per uno del luogo.

Anche dopo 20 anni ti trovi a fare cose da turista.
È la terza volta che vengo qui, e se mi scoccio di andare per musei o gallerie che non ho ancora visitato posso sempre farmi una passeggiata in campagna o scendere in Galles. Fare il turista è un lavoro a tempo pieno.

Non conosci la lingua straniera bene come pensavi di conoscerla.
Spiacente, con anni e anni di pratica costante più la laurea sono più che soddisfatto delle mie conoscenze. La lingua funziona, ma avere a che fare con l'accento e i regionalismi necessita di particolare attenzione. Se poi è Scouse, è finita e non c'è laurea che tenga: 'No fella, swerve The Asda, me mate told me it's chocka'... Potevi semplicemente dire 'No mate, avoid Asda, my friend told me it's too busy', dannata sia tua madre. In ogni caso lo Scouse è forse il regionalismo inglese più interessante e complesso da vedere e da sentire. Peggio dello scozzese stretto.

Scoprirai di essere meno tollerante di quanto pensavi.
Ho subìto insulti, urla e lanci di stoviglie più o meno mirate da un mio simpatico ex collega. Sia quand'era sobrio, sia quand'era ubriaco e/o fumato. Mi serviva accumulare soldi, ho pazientato e sopportato due mesi stringendo i denti. Poi fine. In Italia sarei durato tre giorni al massimo. Direi che mi sono scoperto incredibilmente più tollerante di quel che pensavo.

La vita degli amici in Italia continua tranquillamente senza di te.
Sfortunatamente sì. Dico sfortunatamente perché la stragrande maggioranza - nonostante i potenti mezzi di comunicazione odierni - rimane in silenzio radio, e la cosa mi fa basculare le gonadi.

Non avevi bisogno di tutte le cose che avevi messo in valigia. 
Sono estremamente metodico, spiacente. Niente cose inutili in valigia. Anzi magari aver avuto un'altra valigia al seguito sarebbe stato utile!

Il cibo dei ristoranti italiani all’estero non è come quello che ristoranti in Italia. Il cibo dei ristoranti cinesi in Cina non è come quello dei ristoranti cinesi in Italia.
Neanche il cibo dei pub inglesi in Sardegna non è come quello dei pub sardi in Inghilterra. Ma questo perché i pub sardi non esistono. Neanche la Guinness in Sardegna è come la Guinness inglese. E presumo che la Guinness inglese non sia come quella irlandese. E poi in Italia c'è crisi e quindi moriremo tutti. E poi ti licenzio perché hai le calze a righe bianche e rosse... diavolo, questa era un'osservazione davvero sciocca.

Tanti stranieri non sanno nemmeno dov’è l’Italia
Può essere, ma gli inglesi mi paiono abbastanza ferrati in geografia, e sanno dov'è il nostro paese. Quando però si va sul regionale, sapere dov'è la Sardegna costituisce una sfida che di solito porta a risultati assai interessanti: per qualche oscuro motivo finiamo sempre sotto diverse giurisdizioni ('Oh then Sardinia is not part of France/Spain/Morocco?' chiesero alcune bonarie vecchiette; un simpatico vecchietto passeggiante con un'improponibile redingote rosso scuro invece si lanciò in un eroico 'Ooooh, Sardinia, yes yes... are you still under Corsica dominion?'). Forse la colpa è di Gusto, perché sui loro menù la Sardegna scompare sotto la carta dei vini (pagina 2 del link). Manco a dirlo, di vini sardi manco l'ombra.

Adorerai piatti delle cucina straniera che avevi giurato che non avresti mai mangiato.
Prima si assaggia. Poi si riassaggia. Poi si valuta. Infine, si giura. Ho assaggiato e riassaggiato tanto ma non ho mai giurato, perché la cucina inglese non è immangiabile, ma semplicemente diversa. Agli inglesi mancano alcuni concetti culinari che per noi sono basici, ma per noi è esattamente lo stesso. Viaggiamo su due livelli diversi, tutto qui. L'inglese inizia a tossire e fare smorfie davanti a un piatto di spaghetti fatti dal sottoscritto perché la pasta è salata. Io faccio le smorfie davanti a un piatto di insalata (dove 'insalata' = frutta e verdura tagliata a caso e non condita). Dal suo punto di vista la mia pasta è una schifezza e la scambierebbe volentieri per l'insalata. Io viceversa. Chi ha ragione e chi ha torto? Nessuno dei due, in nessun caso. Abbiamo due background culinari differenti e siamo abituati a sapori differenti.
Nulla vieta, ovviamente, di partire in esplorazione e provare ad abituarsi. E se lo fate, le sorprese prima o poi arrivano. Garantito. Comunque qualsiasi cosa sia contenuta dentro un sarcofago di pasta sfoglia è appetibile, per cui riesco a farmi piacere un bel po' di roba inglese (cornish pasty o pork pie, anyone?). Per non parlare del welsh rabbit, o della zuppa di porri, tutte gallesi. Qui molti giovani non sanno cosa siano il black pudding, le frattaglie e le herring roes*.
Altri vomitano a spruzzo solo all'idea (però non esitano a ordinare le salutari prelibatezze di Subway... valli a capire). Io già in Sardegna pasteggiavo con fegati, cuori, polmoni e intestini vari, quindi new dishes, not a problem! Non fatevi mai scappare l'occasione di assaggiare qualcosa di nuovo, potreste rimpiangere l'occasione. Alla peggio sputate tutto nel piatto e fate notare con nonchalance che per voi non è halal perché è insipido, almeno avete tentato. Ma se negate a priori siete degli stronzi, period.

*A questo proposito è d'uopo raccontare un simpatico aneddoto linguistico. 

Mi trovavo al mercato di Birkenhead, e guardavo i vari banchi del pesce. Ad un certo punto vedo questi altisonanti herring roes che in qualche modo mi ricordano qualcosa a metà tra un uovo di gattuccio e la bottarga nostrana. Incuriosito, chiedo al pescivendolo di che parte dell'aringa si tratta.  

Sorriso diabolico. 'ts herring milt, mate!'. 

Milt. Uhm. 
Termine sconosciuto. Incertezza. Fastidio. Collegamento parola-oggetto assente, significato non pervenuto. Anzi, mi trovo nel deserto dei significati. Rapida ricerca di sinonimi, assonanze o quant'altro. Niente. Oso un timido 'Come again?'.
Eloquente alzata di sopracciglia del pescivendolo: 'milt, mate! FISH SPERM!'.
Ero così concentrato sul termine da non aver badato al sorriso diabolico, che implicava un qualche motivo di sarcasmo per la mia ignoranza. Ed eccoci qui: sperm. Ah. Termine conosciuto. Collegamento parola-oggetto avvenuto. Curiosità e vago ribrezzo. Curiosità in rialzo, ribrezzo in calo. Fortissima curiosità. Vaffanculo ribrezzo. 
Calcolo delle probabilità (e delle sterline in tasca). Immaginazione delle roes in una padella sfrigolante con erbe aromatiche, magari con una fetta di pane stantio che si ammorbidisce facendo il bagno negli umori di cottura. Salivazione pavloviana. Ottimo.
'Give me a few of them'.

Senza dubbio una delle cose più particolari che abbia assaggiato. Casomai vi dovesse interessare, infarinate e soffriggete in padella con un velo d'olio; una volta arricciate e dorate buttatele su una fetta di pane tostato, aggiungete un po' di sale e qualche goccia d'aceto. Semplice ed efficace.

Per i non anglofoni, roe è il termine inglese per definire le uova di pesce. 'Caviale' sarebbe appropriato in italiano. La sottigliezza è che, dato che parliamo di uova, diamo per scontato che siano estratte dalla femmina. Ma le aringhe al mercato sono tutte maschi, per cui nonostante a livello colloquiale si continui a usare 'herring roes', non si tratta di caviale femminile, bensì della sacca spermatica maschile. Ripensando alla Sardegna, rimpiango di non aver mai assaggiato il lattume di tonno. Curioso come anche a 2000 chilometri di distanza alcune cose siano ricorrenti.

Per ora mi fermo qui. A casa mia.

6 commenti:

  1. Ritardo cronico senza scuse... whatsapp funziona di nuovo se sei interessato a riesumare il dialogo :P
    P.s.: commenti moderati?
    Se non leggi qui ti mando una mail! ;)

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  2. Non credo di avere commenti moderati, era una delle prime opzioni che avevo sistemato al lancio di questo blog. Perché, ti appariva qualcosa di strano?

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  3. Nah, Driller era semplicemente insicuro, nient'altro. D'altronde il tuo commento è venuto su senza problemi, ero sicuro di avere levato la moderazione. Comunque urge fare serata b-movie perché sono in crisi d'astinenza ç_ç

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  4. è tempo di aggiornare, biotch!

    Elthalas

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